Picassiana dal 25 al 27 maggio al Teatro degli Eroi

By | Giugno 21st, 2018|recensioni|

Picassiana è lo spettacolo portato in scena dalla regista e coreografa Sonia Nifosi al Teatro degli Eroi in programmazione ancora dal 25 al 27 maggio. Lo spettacolo attraverso un percorso di danza narra la vita di Picasso, della sua forte personalità, cogliendo gli aspetti più reconditi, plasticamente espressi in una narrazione poetica, restituendoci sentimenti ed emozioni resi vividi dalle armoniose movenze del corpo di ballo.

Per meglio capire l’interessante intreccio tra arte pittorica e danza abbiamo intervistato Davide Nardi, primo ballerino della Sonia Nifosi Motion Dance, e interprete insieme a Vanessa Costabile, Valeria Bertoni, Luigi Rosano e Paolo Ricchi.

 

Come nasce l’idea dello spettacolo “Picassiana”?

Nasce in seguito della mostra su Picasso, tenutasi a Roma nel 2017, a cento anni del suo viaggio proprio a Roma, quando preparava i costumi e le scene per i Ballets Russes di Diaghilev. Sonia Nifosi, regista e coreografadi Picassiana, rimane colpita dalla capacità di Picasso di stravolgere l’idea dell’arte del 900, riuscendo a trovare nuovi modi per colpire lo spettatore, ingannando l’occhio ma non la mente.

 

Qual è stata la maggiore difficoltà nel mettere in scena questo spettacolo?

La difficoltà è stata rappresentare un personaggio che conosciamo solo attraverso le sue opere. Il Picasso uomo ci viene raccontato dagli scritti delle sue molte donne, le quali ci raccontano un aspetto privato, anche se soggettivo e di parte. Amava le donne ma le trattava in modo particolare, non nascondeva l’interesse che nutriva né faceva mistero d’intrattenersi con l’una a dispetto dell’altra, anzi, il più delle volte le costringeva a conoscersi. Tutte loro soggiacevano al suo fascino.  Probabilmente questo suo atteggiamento trova spiegazione, in parte, nella perdita in giovane età della sorella e al suo conseguente attaccamento morboso alla madre.

Vi è poi un’altra difficoltà legata al fatto di rappresentare un personaggio coprendo tutto il suo tragitto artistico, dagli inizi fino alla piena maturità.

 

Come si sviluppa lo spettacolo?

Lo spettacolo non vuole essere una biografia ma una narrazione dell’uomo Picasso e gli intrecci della sua vita, delle sue donne con la produzione artistica. Si parte dal periodo blu e, attraverso una serie di quadri, si percorre il periodo rosa con gli arlecchini fino a giungere alla sua fase più matura. Le coreografie ci restituiscono le emozioni sottese ai diversi momenti del suo percorso artistico e vengono raccordate da una voce e presenza narrante.

 

Quale aspetto di Picasso che ti ha maggiormente colpito?

Ci sono vari aspetti che mi hanno colpito. Il suo rapporto con l’arte, da cui si sentiva rapito e comandato, la sua ricerca della perfezione, il timore di sentirsi incompreso, quest’ultimo un aspetto ricorrente negli artisti, il fatto che si ritirasse a dipingere di notte per restare solo con la pittura. Poi vi sono gli aspetti legati alla sua personalità, mi ha molto colpito la metafora del Minotauro e il labirinto. E’ come se in qualche modo lui stesso fosse il Minotauro che costringeva le sue donne a perdersi nel suo labirinto. Io stesso mi sono ritrovato nel labirinto della sua arte, fatalmente perduto. Si può cogliere in ciò come Picasso amasse presentare un aspetto e prontamente, a seconda la sua ispirazione, ribaltarlo. Probabilmente è la chiave della sua ricerca che tende a destrutturalizzare la realtà per coglierla e narrarla in modo nuovo.

 

Un’opera simile è stata già portata in scena?

Non esiste un’opera siffatta sulla vita di Picasso. Questo ha rappresentato anche un’ulteriore  difficoltà non potendoci riferire a qualcosa di già fatto, a una qualche suggestione già collaudata. Attraverso le sue opere, alla mia sensibilità e a quella di Sonia, abbiamo dato vita a un Picasso così come lo abbiamo sentito. Chiedersi cosa volesse dire nel dipingere, ad esempio, un arlecchino e renderlo attraverso una rappresentazione scenica ha richiesto uno sforzo interpretativo, una traslazione di piani emotivi, intensa e spero che possa giungere allo spettatore, in tutta la sua forza, quel concetto originario che ha ispirato l’opera. Spero che lo spettatore possa provare la stessa suggestione vissuta di fronte a un dipinto di Picasso, la stessa intensità attraverso dei corpi che si fanno colore, vibrazione ed emozione.

 

Di questo noi ne siamo certi e su queste battute salutiamo Davide

 

Picassiana è la nuova avventura creativa di Sonia Nifosi con il suo Motion Dance Group.
Danza e Teatro, immagini e suggestioni, atmosfere sonore e visive, in un’elaborazione di forme e giochi di specchi coinvolgono lo spettatore ad incontrare l’artista che ha lasciato un segno indelebile nella storia dell’arte mondiale: Pablo Picasso è protagonista assoluto della pittura del XX secolo, ma anche un uomo pieno di contraddizioni, è colui che crea la sua arte come specchio fedele della sua realtà quotidiana.
Lo spettacolo ci trasporta nell’atelier dell’artista permettendo di entrare nello spazio autentico della sua esistenza. I dipinti individuati nel suo laboratorio permettono di ripercorrere i vari periodi e stili attraversati da Picasso nel corso della sua vita.
Ma in questo luogo di lavoro, frequentato dai più grandi artisti dell’epoca, sono illuminanti le figure femminili, le donne della sua vita, generatrici di quello slancio vitale e di quell’emozione che si crea tra l’artista e la modella, filo conduttore dell’opera picassiana.
I contorni dell’atelier a tratti sfumano, alternandosi agli episodi della memoria di amici, mogli, amanti, e figli che evidenziano l’ambivalenza dei sentimenti provati dalle persone che hanno avuto un rapporto affettivo con Picasso, scopriamo un dizionario completo delle emozioni offerte dalla vita, che si fondono in un groviglio di linee dove ancora una volta, la tavolozza costituisce un indizio essenziale per scoprire “Picassiana”.